piazza mazzini, roma, la fontana al centro della rotatoria
E qui la situazione si fa complicata.
Ora che si fa? I giorni passano, i pensieri si accavallano e la voglia di riprendere quello zaino cresce.
Nota: cresce la voglia di riprendere lo zaino, non cresce la voglia di trovarci dentro di nuovo quattordici chili.
In realtà non ho ancora capito cosa pensare.
Qualcosa si è rotto.
Non è stata solo una passeggiata di 6 giorni. E’ qualcosa di più complesso. L’avevo preso come un cammino solo per fare qualcosa di diverso, ma è maturato qualche altra cosa che ancora devo ben definire.
Qualcosa si è rotto.
Passare dal caos al silenzio, dando spazio solo ai pensieri ha creato uno stato sublime rotto violentemente dal ritorno alla cosiddetta civiltà.
Ho respirato aria pulita, ho visto luoghi fantastici, ho incontrato belle persone, ho mangiato, ho bevuto, sono stato bene. Ecco, questo, in sintesi. Tornare alla vita normale li per li è sembrato facile, ma i giorni passano e la voglia di rompere tutto si fa sentire.
Nel frattempo riprendiamo a passeggiare per Roma. Oggi ho girovagato per una zona che proprio non conosco, Prati, viale Mazzini, Oslavia; zone totalmente nuove e sconosciute e l’effetto di libertà ha fatto subito capolino.
Prossimo step: facciamo un libro di questo viaggio, qualcosa che possiamo toccare, leggere quando vogliamo, far vedere a chi lo desidera. Reale, insomma.
Partenza col freschino dal piccolo Bivigliano. Siamo subito sotto monte Senario. L’aria della toscana si respira a pieno ritmo e Firenze è già nel mirino. Ci siamo, una settimana è passata e siamo arrivati alla fine di questa meravigliosa settimana.
Eccola la in fondo la nostra meta. Poco in alto a sinistra Fiesole che abbiamo deciso di saltare per evitare il piu’ possibile l’asfalto.
Ci sono dei punti meravigliosi e oggi è la giornata delle foto e dei ricordi. Tra l’altro, qualcuno ha lasciato un posto splendido per farsi le foto con poltroncine per sedersi e ammirare la bellezza assoluta.
Ormai siamo alla frutta, manca solo un ultimo sperone prima di iniziare l’infinita discesa.
Ma, come al solito, la fantasia lavora e l’analisi della cartina continua.
Non ci va di fare l’asfalto fino a Fiesole per cui via alle peregrinazioni.
Giu’ per le cave di Maiano fino a un bar che ci ha saziato e gratificato.
Aggiungo, che durante la discesa, una gentilissima Suora ci ha fornito acqua a volontà, ultima magia prima della fine.
Eccoci…. ancora poco, ci siamo. Si ritorna alla civiltà.
Oddio, quale civiltà, la gente non ti si caga più, il saluto non è più corrisposto, tutti ti guardano come un marziano. Perché siamo tornati.
Mancano due tappe e si insinua, nonostante l’allegria, quella nota di tristezza in sottofondo. Due giorni ancora dove tirare fuori il meglio da noi stessi grazie alla ricchezza di tutto quello che abbiamo intorno.
Vai che si parte da San Piero. Anche oggi, in salita fin da subito, ma come al solito, tanto sudore e tanta bellezza.
Si sale, si sale, fino al castello di Trebbio e un piccolo centro abitato. Mi sa che svegliarsi la mattina in posti come questi è come rinascere. Certo, se poi incrociate noi, sudaticci, ecco, l’immagine che se ne forma cambia un pochino.
Forestasi, colui che legge. Lungo il cammino, uno splendido tratto ombreggiato, tutto d’un tratto qualcuno legge un libro. E dal cielo una colomba e una voce: Cazzo, fate silenzio che sto leggendo e sono in un momento cruciale assai.
Mi perdoni per la divagazione l’autore, ma ho la testa che continuamente tira fuori frasi bibliche. Non ci posso fare nulla. Abbandonatemi nei boschi, sarò il vostro Yeti.
Ecco questo proprio non me l’aspettavo: trovare un banchetto con il caffè freddo, l’acqua fresca, qualche merendina per noi camminatori.
Una cosa semplice, ma io l’ho trovata fantastica.
E ora, suprise. Un bel torrente invitante, parecchio invitante. Vuoi che qualcuno, io, non abbia frullato le scarpe e poggiato il sacro piede nell’acqua a -50 gradi? ‘cci sua se era fredda. Invitante si, ma fredda assai.
Bene, rinfrancate le sacre terga, rimesse le scarpe, via verso la Badia del Buonsollazzo o quello che ne resta, ormai chiusa e cadente, ma decisamente affascinante.
E daje, se riparte, di nuovo in salita, come sempre. Monte Senario, il paradiso. Arriviamo.
Piccolo intermezzo… con pietra firmata dall’Admin e dal Phava. Saremo Famosi con i nomi scolpiti nell’eternità. Un’altra voce dal cielo: Quietatiiii!
E ora, visto che il tempo passa, proseguiamo verso Monte Senario e il convento.
Lasciate le Fanciulle Venete in direzione Vetta le Croci, noi si va a Bivigliano. Udine e Roma poco più a valle della nostra posizione. E’ ora di mettere qualcosa sotto i denti, qualcosa di sostanzioso.
Taac e chi ti ritroviamo? le tre Pie fanciulle nordiche che ormai fanno parte integrante del gruppone.
A proposito è la prima volta che qualcuno mi propone di salire in camera sua per fare una lavatrice, vero Valtelline? Non mi era mai capitato, poi ho capito che in cambio della lavatrice per lavare le mie cose volevate i talleri. Niente, il mio fascino ha fallito. Ho affogato la tragedia nella birra. Che ci volete fare.
Tagliatelle al Bardiccio e Porro e per finire cantucci fatti in casa e relativo VinSanto. Come finire bene la serata.
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