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Vdd Stories: Da Madonna dei Fornelli al Passo della Futa.

Oggi si preannuncia come una giornata importante. Il viaggio di oggi segna uno degli appuntamenti più iconici di tutto il viaggio. Siamo al Terzo Giorno, Stiamo per entrare in Toscana e per toccare con mano alcuni dei simboli di questo Cammino.

Forza, indossiamo lo zaino, riempiano le sacche dell’acqua a via. Si parte, ovviamente subito in salita. Ovvio, no?

Salutiamo la Elisa che ci ha ospitati e rifocillati, salutiamo Madonna dei Fornelli e si pedala, no, si cammina!

E la storia non tarda a fare capolino. Stiamo camminando nella nostra antichità. Il percorso è la Flaminia Romana, lo ricalca in massima parte. Stiamo percorrendo la strada che duemila anni fa percorrevano i Romani. Ho i brividi. Sto vivendo la storia, mi sembra di sentire il rumore delle armi, i passi dei soldati, i cavalli.

A proposito…. Siamo arrivati in Toscana. Squillino di Trombe! Un cippo ci dice che il nostro cammino prosegue ora verso Firenze. Da oggi si viaggia nel Granducato.

Documenti pronti, si passa la frontiera!

Nel frattempo ci si diletta. Non sono stato io, non vi fate venire strane idee.

Si sale, si scende, si risale.

Chi arriva, vivo, alla sommità delle Banditacce deve suonare la campana. Deve far sapere al mondo che non è esploso sulla salita fatta fino a quel momento. Qualcuno magari ha lasciato qualche pezzo di polmone in giro. Se serve, c’è già pronta la pala. Stiamo cercando il luogo adatto per seppellire.

Le Banditacce, Il punto più alto di tutto questo viaggio. Siamo a 1204 metri sul livello del mare. Con la storia sotto i piedi e la bellezza intorno.

Ogni metro è spunto per sgranare gli occhi, dalle piante ai panorami. non ricordo più nemmeno in che ordine ho scattato le foto. So solo che le sensazioni si susseguono, si accavallano. Non vorremmo più andarcene. I pensieri vanno e vengono, rimbalzano. Sono passati solo tre giorni, ma sembra di essere via da una vita.

Ancora qualche passo…

E dopo tanto camminare, eccoci a un altro punto importante, qualcosa su cui meditare seriamente. Qui non è concesso scherzare. Questi luoghi mi toccano nel profondo. Ho visto tanti cimiteri militari. Urlano tutti la stessa cosa: Basta!

Siamo al Passo dell Futa. Davanti a noi c’è il memoriale Germanico dove riposano più di 30000 ragazzi. Una pietra grigia, sui prati migliaia di lapidi con incisi i nomi dei ragazzi che sono morti (anche se sono stati sul lato sbagliato, sempre morti sono, purtroppo) recuperati in giro per l’Italia. Di molti non se ne sanno nemmeno i nomi. Ho visto date di morte di giovani diciottenni che non hanno nemmeno fatto in tempo a mettere il naso fuori di casa. Fa male vedere tutte quelle pietre. Quattro nomi per lastra. Sovrasta tutto una costruzione in arenaria, il simbolo del sacrario con la sua cripta piena di nomi e una finestra che per me rappresenta forse l’unica speranza.

Non so se mi abbia più colpito questa finestra o tutto il sacrario. Un colpo di fulmine, mi ha chiamato e mi ha chiesto di ricordare questo momento più del fiume di lapidi e lacrime che c’è tutto intorno.

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Vdd Stories: da Badolo a Madonna dei Fornelli

Ancora stiamo a rammentare il fango di ieri, che siamo pronti a una delle più belle scoperte di questa settimana.

Oggi tocca a monte Adone, un bellissimo blocco di arenaria che svetta e fa spalancare gli occhi. Pure i polmoni che per arrivarci, tocca fare una di quelle sudate….

Ma partiamo dall’inizio, intanto apriamo gli occhi e questa è la prima cosa che vediamo:

Mica sarò già schiattato? no, manco per niente, siamo tra i boschi a una venticinquina di chilometri da Bologna, al secondo giorno di sudate e così è proprio un bel cominciare.

Primo passo, una buona colazione….

… possiamo partire nuovamente per boschi e montagne. Prossima Tappa in alto.

Facendo incontri interessanti e curiosi

Passiamo alla parte interessante, siamo a Monte Adone, un blocco di arenaria spettacolare. Da solo merita il viaggio.

Monte Adone toglie il fiato, ma il fiato te lo toglie anche il tratto di strada fino a Monzuno, tanto troppo asfalto. Da li fino a un paio di chilometri prima, nemmeno una goccia d’acqua, nemmeno un bar, nemmeno un panino. Ci ha salvati un bar trovato quando il livello di rodimento aveva superato dei livelli incredibili.

La parte interessante riparte dopo Monzuno. Un tratto non particolarmente difficile, ma lungo.

-Alt! chi siete?
-Siamo due che…
-Cosa fate? Cosa portate?
-Niente, roba…
-Sì ma quanti siete?
-Due, siamo io e lui…
-Un fiorino!!
-Si paga?
-Un fiorino!!

Siamo al confine tra il Papato e il Granducato.

Ancora non abbiamo finito di macinare chilometri.

E infine anche questa giornata, dopo chilometri e chilometri, finisce.

Stasera c’è la cena raccontata dalla Elisa.