Ma la domanda che si pone è: E’ il fotografo che rimesta sempre più nel dramma umano o è l’umanità stessa che affonda sempre più nella sua follia!
World Press foto 67° Edizione. Roma è la seconda sede espositiva della mostra più fotografica che c’è.
Tralasciamo il fatto che fuori da Palazzo delle esposizioni il cartello è mezzo nascosto tanto che è praticamente invisibile, ma quello che mi agita è altro.
Sono le foto che raccontano di una tragedia senza fondo, universale, miserevole, infinita. Si passa da una guerra alla caccia all’uomo, da un terremoto a un incendio, dalla sofferenza alla morte praticamente senza soluzione di continuità.
Se proprio questo è il significato dell’esistenza, meglio morire subito.
Ho fatto un po’ di foto ma il groppo è tanto.
Metto un paio di foto, non di più. Oggi, almeno, ho provato il coccio nuovo, il Tokina. Ammazza se pesa. Dentro c’hanno messo un po’ di roba. Altro che i plasticoni che uso spesso e volentieri.
E aggiungo: girando per Roma, ben si nota quanto sta città stia messa male. Avoja co’ sto Giubileo.
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