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Tempus transit

Mia madre mi aveva detto che l’ultima delle Signorine Curtis (Curtis, Cortis, va a vedere) aveva lasciato la casa dove erano vissute per tanti, tantissimi anni. Le altre avevano già lasciato questo posto da tanto tempo.

Qui si è svolta parte della mia infanzia, ci ho fatto la comunione, ci andavo a messa quando ancora non correvo appresso ai problemi.

Sempre mia madre, mi aveva detto che tutta la struttura, ormai chiusa da anni sarebbe forse diventata un asilo.

A suo tempo si componeva di un’abitazione, una piccola chiesa, veramente piccola e un asilo. Nel tempo, l’asilo venne chiuso, riaperto e richiuso. Alla chiesa a cui si accedeva girando praticamente intorno alla struttura usando un piccolo marciapiede sulla destra della costruzione e ha continuato a funzionare anche se a dire la verità, non saprei dire fino a quando. Fino a che frequentavo, il parroco che officiava arrivava dal vicino centro del Padri Comaschi, praticamente dall’altra parte della strada.

Della casa ricordo a malapena la cucina. Erano pur sempre suore, laiche ma suore.

Stamattina, di passaggio, ho mantenuto un piccolo impegno che avevo preso con me stesso tempo addietro. Ho voluto dedicare qualche scatto a questa struttura, ricordo di un’infanzia che se ne è andata da tanto tempo.

Per il resto buio; dopo che me ne sono andato ho perso tutti i riferimenti e non ho più seguito gli accadimenti. Purtroppo non solo di questa parte di storia.

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Le candele

A Capannori c’è una bella chiesa, quella di San Quirico e Giuditta. Ci si va a sbattere contro mentre si cammina verso Lucca.

La sua storia risale a prima dell’anno 1000, fino dall’ottavo secolo.

Il suo interno, buio, fresco.

Cerco di accendere una candela.sono tutte spente, non ho un modo di accendere. Nel frattempo metto qualche moneta. C’è una persona che sta armeggiando. La guardo e chiedo se c’è modo di accendere. Mi sorride e sparisce per trenta secondi. Torna poco dopo con l’accenditore da cucina.

Accendo le candele e ringrazio. Lui ringrazia me. Facciamo due chiacchiere: mi dice spesso gli capita di trovare tutte le candele accese e nemmeno una moneta. La mattina dopo deve sostituirle tutte. Sono le nonne che per far divertire i nipoti accendono tutto come se fosse una festa di paese. Ma le feste di paese costano e se non c’è moneta in cambio la cosa diventa problematica. Altre volte sono i ragazzi a giocare nella chiesa lanciandosi le candele e non si possono nemmeno sgridare, non dico “prendere a calci nel culo” perché altrimenti i genitori dicono che non si è abbastanza elastici. Scene di una religiosità e di un rispetto sempre minore nei confronti della chiesa.

Una “dereligionalizzazione” devastante che più che nelle chiese chiuse e vuote, traspare anche da comportamenti strani e anomali.

Un altro bel momento, tra i tanti di questo viaggio.