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Tempus transit

Mia madre mi aveva detto che l’ultima delle Signorine Curtis (Curtis, Cortis, va a vedere) aveva lasciato la casa dove erano vissute per tanti, tantissimi anni. Le altre avevano già lasciato questo posto da tanto tempo.

Qui si è svolta parte della mia infanzia, ci ho fatto la comunione, ci andavo a messa quando ancora non correvo appresso ai problemi.

Sempre mia madre, mi aveva detto che tutta la struttura, ormai chiusa da anni sarebbe forse diventata un asilo.

A suo tempo si componeva di un’abitazione, una piccola chiesa, veramente piccola e un asilo. Nel tempo, l’asilo venne chiuso, riaperto e richiuso. Alla chiesa a cui si accedeva girando praticamente intorno alla struttura usando un piccolo marciapiede sulla destra della costruzione e ha continuato a funzionare anche se a dire la verità, non saprei dire fino a quando. Fino a che frequentavo, il parroco che officiava arrivava dal vicino centro del Padri Comaschi, praticamente dall’altra parte della strada.

Della casa ricordo a malapena la cucina. Erano pur sempre suore, laiche ma suore.

Stamattina, di passaggio, ho mantenuto un piccolo impegno che avevo preso con me stesso tempo addietro. Ho voluto dedicare qualche scatto a questa struttura, ricordo di un’infanzia che se ne è andata da tanto tempo.

Per il resto buio; dopo che me ne sono andato ho perso tutti i riferimenti e non ho più seguito gli accadimenti. Purtroppo non solo di questa parte di storia.