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Chiamate la Neuro

Camminin Camminando, ho fotografato qualche giorno fa una panda coperta di adesivi.

Zona Roma, Lungo Tevere Testaccio.

Tra i tanti, quello più importante porta le insegne del MONGOL RALLY.

E mo’ che e’ il MONGOL RALLY? Tocca verificare.

Dal sito ufficiale leggo che si tratta di una gara non competitiva che attraversa praticamente tutto il continente europeo e asiatico, o comunque una fetta decisamente importante.

La si può fare con la panda sgangherata di 22 anni fa o con la vespetta 125 di antelucana memoria. Le regole sono semplicissime, da svitati totali: macchina vecchia, cilindrata minima, chilometri infiniti, pedalareeeeee.

Che dire… mi è passata per l’anticamera del sala motori l’idea di avventurarmi in una cosa del genere, ma forse sto un filo esagerando.

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Era la Dolce Vita

Oggi, durante i miei pellegrinaggi lavorativi in giro per Roma, sono ripassato a Via Veneto e mi sono fermato un po’ davanti a quello che era uno dei simboli della Dolce Vita.

Ve la ricordate, si, la Dolce Vita? Fior di fotografi scatenati a documentare la bella vita di cui Via Veneto era il centro dell’universo. Tutti i Vip degli anni 60 a spasso per la via, seduti ai tavoli di bar bellissimi. Un’immagina che spingeva la nazione a crescere sempre più.

Ora ci sono le casette di neve…

Qualche passo più avanti, lo scheletro del Cafe’ de Paris, chiuso ormai da anni, parecchi anni, a causa infiltrazioni mafiose, impicci. Di lui ormai solo una scatola vuota piena di mondezza.

Fermarsi davanti alle insegne scolorite dal tempo e a porte chiuse da anni fa pensare.

A peggiorare la cosa, tra una porta e l’altra due cornici con tante foto di quello che era stato il periodo d’oro di questa Via. Persone famose, amate dal pubblico che amavano soffermarsi in questa via.

E da a una parte, ciliegina sulla torta, una targa dedicata a Fellini, colui che ha dato il La alla Dolce Vita.

Il tutto a ricordare fasti che stuzzicano solo i turisti ma che ormai sono morte e sepolte da una storia recente decisamente più brutta.