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Ricordi

In tempi non sospetti, quando ancora non portavo nemmeno il motorino, col cugino acquisito si andava al Lago, si prendeva il canotto, si metteva in acqua dal piccolo porticciolo e si partiva.

L’acqua arrivava a livello strada o poco sotto.

Il Lago, se non lo avete capito è il lago di CastelGandolfo. In molti lo conoscono anche come lago di Albano, ma poco cambia.

E’ un antico lago di origine vulcanica e a vederlo questo si capisce bene; ha un fratellino poco distante, il lago di Nemi.

Guardando una mappa dall’alto, si riconoscono benissimo le antiche bocche vulcaniche vecchie di millenni.

I laghi oggi sono in sofferenza, l’antico porticciolo è ormai un ricordo, dubito anzi che molti sappino che una volta ci si ormeggiavano le barche. Ora è un parcheggio malandato e l’acqua è tanto lontana. L’acqua scende inesorabilmente. I laghi non hanno sufficienti immissari naturali e tra le poche piogge e un prelevamente massiccio, la situazione è evidente. Cinque, dieci metri in meno. Voci dicono che abbia contribuito anche il terremoto dell’81. Pare che da allora qualcosa abbia ceduto e l’acqua, anzichè finire nel lago, fuoriesca e non si sa per dove.

Al di la dei numeri impressionanti, mi colpisce il ricordo. Il lago, nella mia infanzia e nella mia adoloscenza ha sempre rappresentato un punto di riferimento per lo svago, gli incontri sentimentali, le passeggiate e le seghe scolastiche. Poi crescendo, il lago è diventata la palestra di Mountain Byke, luogo di camminate lunghissime e di locali dove mangiare.

Ma dopo tanti anni di lontananza, il cuore sussulta nel vederlo tanto cambiato. I locali storici non ci sono più o quasi, al posto dell’acqua, lunghe lingue di sabbia e prati coperti da lettini e ombrelloni con nomi assurdi a rappresentare i diversi gestori.

Fortuna che resta il tratto, quello più bello, sotto monte Cavo. Quell’assaggio di selvaggio che mitiga un po’ l’incredibile calura di quest’anno. Il lago, di un bellissimo azzurro, mostra tutta la sua bellezza nonostante i tanti metri di distanza. Le spiaggette non ci sono più, si sono spostate in avanti e tra le fronde si sentono le grida dei ragazzi che si bagnano. Dubito che conoscano il passato di questi luoghi. Buon per loro che se li godano fino a che si potrà.

https://www.romatoday.it/politica/lago-albano-persi-quindici-centrimetri-sette-mesi.html