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Ma che problema avete?

Ormai non c’è articolo dove non trovi qualche attacco violento contro questo o quel personaggio, da nomi famosi al vecchietto più tranquillo e sereno.

Attacchi violenti, minacciosi che cambiano la visione che uno ha della gente che ha intorno, che già non è che brilli per punteggio così alto.

Attori minacciati di morte sui social, sempre sti social anche se non solo loro, per il personaggio da loro interpretato in questo o quel film.

Minacce contro gente che fa solo il suo lavoro solo perché cerca curare gente.

Minacce a persone qualsiasi che nulla ha fatto se non trovarsi sulla linea di pensiero sbagliata dello spostato di turno.

Se poi vai a chiedere il motivo di tutta questa rabbia, magari ti aspetti un motivo serio, robusto con basi solide.

No, nemmeno per sogno.

I motivi sono inesistenti, infantili, campati per l’aria, spesso nati da interpretazioni errate e incomplete, altrettanto spesso totalmente fantasiose e inventate, male interpretate e lette una pagina si e una no amplificate da circuiti che hanno solo da guadagnarci, mandate giù solo perché è più facile prendere per oro colato la prima trojata che ci arriva sotto la foto della tettuta o palestrato di turno senza accendere un neurone scalcagnato e annoiato che dia fuoco almeno a un un misero punto interrogativo.

In pratica ora, per sentito dire, dovrei uscire di casa e andare a picchiare il pasticciere che sta lavorando per i dolci di domani perché mio Cuggino che ce lo sa e che lavora a LIBIEMME dice che la farina con cui vengono fatti i dolci contiene pezzi di hard disk marziani che ci vengono inseriti per controllarci tutti e spegnere il 5G e farcelo diventare più piccolo. Vabbè, io dal pasticcere ci vado ora, ma solo perché fa’ delle bombe piene di crema da paura.

Senza motivo, senza ragionamento, senza base, senza nulla. Sfogarsi contro il primo che capita per scaricare la poca capacità di farsi pippe in proprio.

Un suggerimento: aprite un cassetto, ci mettete o la testa o le palle (se le avete) dentro e chiudete con tutta la forza che avete. Ripetere più volte.

A bocce ferme, quello che vedo è che il problema sta deflagrando. Sembra uno scenario dell’Alba dei Morti Viventi: tocca sopravvivere contro orde di decerebrati che di umano hanno ben poco, le scarpe, forse!

A forza di politicamente corretto, nemmeno si può tirare fuori un bel tortore e usarlo fino alla sua rottura fisica. Quella mazza da baseball che coccolo e tengo sempre con me quando faccio il mio lavoro informatico servirà pure, prima o poi.

Eppure gli ingredienti sono a portata di mano: il rispetto dell’altro, che tra l’altro richiede pochissimo, un minimo di elasticità mentale senza guardare cosa significhi “elasticità mentale” sul primo social di turno, un filo di analisi su ogni cosa che ci arriva, cercare la somma non la differenza tra quello che abbiamo noi e quello che ha chi abbiamo davanti. Niente, è così difficile?

Eppure, al ristorante cinese non andiamo in cucina a dar fuoco al cuoco perché cucina cose diverse dalle nostre, ha gli occhi di una forma diversa e vive anche la sua vita in modo diverso (in termini di valori, di motivazioni di esistenza, di educazione e cultura) e lo stesso non facciamo quando entriamo in un ristorante Africano, anzi, ammazza come MAGNAMO tutto quello che ci mettono sotto il naso e spesso non sappiamo nemmeno cosa se stamo a MAGNA’!

Boh!

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