Una foto fatta in strada, mi domando, rivolta verso una persona, va fatta con la piena coscienza di questa persona, o va presa cercando di non farsi notare?
Questa è la domanda che mi affligge.
Campo de’ fiori. Mattina. Io arrivo da San Pietro, solita passeggiatina mattutina, quella di una decina di chilometri con zaino e annessi e connessi, direzione ufficio. La piazza, come al solito è piena di gente, operai, banchi, carretti di verdure. Tutti presi a sistemare il mercato, a organizzare i prodotti, a tagliare, capare, ammonticchiare, fare e sistemare.
Arrivo io. Punto una signora, sta capando le puntarelle. Scatto una, due tre foto, cerco di non farmi notare.
Mentre sto’ per andarmene, ecco che sento dire alle mie spalle: “Almeno avresti dovuto chiedere il permesso!”
Mi volto, la voce era la sua.
“Dice a me?”
“Certo, hai scattato e nemmeno mi hai detto Posso?”
E tra di me pensavo: le foto che ho scattato fanno pure abbastanza schifo.
“Mi scuso se l’ho importunata, non volevo, ero affascinato dalla velocità con cui tagliava le puntarelle”.
“Si, fio mio, ma magari si me lo chiedevi, forse davi meno fastidio.”
“Se vuole le cancello, oppure, se me lo permette, gliene vorrei scattare qualcuna, ora che mi ha beccato.”
“Fa’ pure, si proprio te va”.
Ho scattato due foto, una piu’ interessante dell’altro.
La signora prepara quelle puntarelle da quando era giovane. E’ sempre stata ai banchi di verdura. E si vede bene, rispettata da tutti, si muove veloce. Tocca quelle verdure con esperienza e capacità.
Ho capito una cosa: prima di scattare, meglio parlare. Ci sto rimuginando da allora.
Non ha senso rubare la foto, manca metà del senso stesso della foto: l’incontro. Più della metà.
Ora ho fatto stampare quella foto. Una copia la terrò per me, una spero di potergliela portare appena passo a Campo de Fiori.
Ho raccontato questa storia a Rosa, la signora che qualche settimana fa mi chiese, mentre stavo scattando foto a una tabaccheria storica davanti l’Ex Mattatoio di Roma: “A rega’ chette stai a fotografa’?”. Gliel’ho spiegato. La signora è stata contenta.
Oggi sono passato a salutarla e a prendermi un caffè. Che bel momento. Mezz’ora di conoscenza e pure una foto del suo locale, sincera, semplice. Bella. Altra foto che devo consegnare.
Rubare una foto? meglio fare due chiacchiere e se non posso fare la foto, pazienza, c’ho sempre guadagnato tanto.
Buon Natale Gente.
Mauro.