Categorie
Blog

C’é ancora molta strada da fare

Questo articolo è stato inviato a VaiElettrico in data 14/06 e pubblicato il giorno successivo con alcune lievissime modifiche che non alterano in nessun modo il pensiero del pezzo originale. Non è il primo che spedisco e spero nemmeno l’ultimo.

Due piccoli esempi, ma purtroppo non gli unici, di quanta strada ancora dobbiamo fare per far accettare l’elettrico come modo di vivere.

La prima immagine: un gruppo di operatori fotografici video prepara la proprio attrezzatura di lavoro. Dove? ma ovvio, occupando in pieno due piazzole di ricarica che tra l’altro, una attiva e una no.

La seconda foto, ancora più triste: Una bellissima postazione di ricarica ad alta potenza, mai attivata e ormai sulla via del tag e dell’abbandono.

Due piccole immagini di quello che si trova a vivere un qualsiasi elettrico-munito che si muove per roma. 

Senza contare il paradosso che a cinquecento metri, davanti alla stazione Ostiense, un fiume di stazioni di ricarica di ogni tipo pronte a servire l’utente, ma tant’e’, siamo sotto il palazzo di ACEA, quindi ovvio che li’ le stazioni ci sono e funzionano.

Due velocità: dove troppo e dove niente. Leggo quotidianamente gli sfoghi di chi deve quotidianamente affrontare una situazione che appare sempre più ambigua e fumosa e io, che oltre ad amare l’elettrico e purtroppo mi sono sfuggiti gli incentivi perche’ sono fumati via in mezza giornata proprio per acquistare il mio sogno oltre che la mia necessità, amo camminare e vedo con occhio critico che lo stato dei fatti non è esattamente rose e fiori come tanti proclami. Vuoi le compagnie, vuoi la burocrazia, vuoi una mentalità che rifiuta a priori un cambiamento che dobbiamo ammetterlo, richiede anche un po’ di applicazione, la situazione è ingarbugliata assai.

sfogo: peccato che stamattina non ero con la mia amata E-Up aziendale, perche’ altrimenti, ops, avrei avuto proprio in quel momento urgenza di caricare. Mi sarei divertito un po’.

Categorie
Blog Roma

Roma Pride 2024

Trentanni dal primo… una festa bellissima.

Nuovo percorso, vista l’indisponibilità di piazza Venezia, tanta più gente, tanta più allegria, maggiore consapevolezza.

Se i primi anni erano esaltati dall’esagerazione, ora il Pride è veramente la festa di tutti in piena libertà. Meno estremismi ma tanta più forza e i numeri lo dimostrano, alla faccia di chi continua a mettere sigle e fare divisione che è proprio l’ultima cosa che serve.

Ps. Non ho dimenticato le foto, solo che sono talmente tante che ancora non le ho nemmeno viste tutte.