Categorie
Blog

C’é ancora molta strada da fare

Questo articolo è stato inviato a VaiElettrico in data 14/06 e pubblicato il giorno successivo con alcune lievissime modifiche che non alterano in nessun modo il pensiero del pezzo originale. Non è il primo che spedisco e spero nemmeno l’ultimo.

Due piccoli esempi, ma purtroppo non gli unici, di quanta strada ancora dobbiamo fare per far accettare l’elettrico come modo di vivere.

La prima immagine: un gruppo di operatori fotografici video prepara la proprio attrezzatura di lavoro. Dove? ma ovvio, occupando in pieno due piazzole di ricarica che tra l’altro, una attiva e una no.

La seconda foto, ancora più triste: Una bellissima postazione di ricarica ad alta potenza, mai attivata e ormai sulla via del tag e dell’abbandono.

Due piccole immagini di quello che si trova a vivere un qualsiasi elettrico-munito che si muove per roma. 

Senza contare il paradosso che a cinquecento metri, davanti alla stazione Ostiense, un fiume di stazioni di ricarica di ogni tipo pronte a servire l’utente, ma tant’e’, siamo sotto il palazzo di ACEA, quindi ovvio che li’ le stazioni ci sono e funzionano.

Due velocità: dove troppo e dove niente. Leggo quotidianamente gli sfoghi di chi deve quotidianamente affrontare una situazione che appare sempre più ambigua e fumosa e io, che oltre ad amare l’elettrico e purtroppo mi sono sfuggiti gli incentivi perche’ sono fumati via in mezza giornata proprio per acquistare il mio sogno oltre che la mia necessità, amo camminare e vedo con occhio critico che lo stato dei fatti non è esattamente rose e fiori come tanti proclami. Vuoi le compagnie, vuoi la burocrazia, vuoi una mentalità che rifiuta a priori un cambiamento che dobbiamo ammetterlo, richiede anche un po’ di applicazione, la situazione è ingarbugliata assai.

sfogo: peccato che stamattina non ero con la mia amata E-Up aziendale, perche’ altrimenti, ops, avrei avuto proprio in quel momento urgenza di caricare. Mi sarei divertito un po’.