Ti alzi, fai una colazione come si deve e si parte. Energia a 1000, zaino pesanti e tanta voglia di iniziare questa avventura.
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Partenza. Pure Pasolini ci guarda ridendo.
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Arriva la Bestia: il portico più lungo del mondo, oltre 3 chilometri e settecento metri. 666 arcate e un paio di milioni di imprecazioni a ogni scalino. Inizia ufficialmente questa avventura.
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Le scale, maledette. Il porticato sale per tre chilometri e spicci alternando salita a scale. Mettiamo subito alla prova le ginocchia. La quota sale. La temperatura sale: a metà strada iniziano a partire le giacche.
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San Luca, il cuore di Bologna. Primo timbro messo e bologna è ormai lontana.
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C’e’ chi l’ha definita: Cambogia. Io so solo che il fango me lo sono ritrovato anche nelle mutande, oltre che sugli occhiali e addosso alla macchina fotografica.
Dicevano: Fate attenzione al fango nella zona vicino il Reno. Noi impavidi! Il fango non si evita, si doma.
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Ho fatto un solo grande scivolone…. nel fango ci sono finiti gli occhiali e la Nikon che ha retto bene la botta. Il fango è ancora li, attaccato con i denti alla scocca della macchina. Non l’ho levato. La guerriera vuole un ricordo vivo attaccato.
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Alla fine della traversata, tutti a culo per aria a cercar di pulire le scarpe nel fiume Reno.
Da qui in poi, le cose si fanno facili, si tratta solo di camminare camminare e camminare, almeno fino all’ultimo tratto in salita, nel fango scivolosissimo, anche troppo.
Ma la fine prima o poi arriva.
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Qualcuno ha lasciato una cabina di camion nel bosco, magari potrebbe servire da riparo.
E infine, quando ormai i piedi stavano per chiamare il numero verde per i piedi perseguitati….
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