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Parco Divertimenti

trevi, sono le nove. Gia’ tanti turisti ma almeno si riesce a vedere la fontana
Trevi, troppi turisti, non si riesce a vedere la fontana.
roma, Pantheon. Folla di Turisti, quasi non si vede il pavimento.

Arrivi alle 9, ancora riesci a vedere qualcosa.

Due ore dopo non vedi nemmeno dove metti i piedi.

Te fai un giro, mucchi di gente ovunque.

All’ora di pranzo, c’é talmente tanta caciara che la fame ti passa.

Se passi alle 5 di mattina riesci ancora a parlare con l’anima di questa città. Dopo no, l’anima se ne va al mare. Aspetta che le cavallette passino.

Negozi chiusi, solo gelaterie, pizzerie, venditori di cose inutili e robe da mangiare.

La gente è in fila, se gli chiedi che cosa hanno visto, al massimo ti rispondono “la cassa del ristorante”.

Arrivano, si fanno un selfie, mangiano e se ne vanno.

Non è turismo, questo è un mare di cavallette che consumano l’aria stessa che muovono e basta.

Intanto i negozi chiudono e via Nazionale fa Piangere, per non dire tante altre vie.

La gente, quella di Roma scappa, lontano. Qui restano solo i balocchi e gli affittacamere.

Questa è solo un parco divertimenti dove chi ha diritto a viverci viene allontanato anche malamente per lasciare posto solo al guadagno e al consumo. Tutto il resto non ha valore.Le amministrazioni hanno fatto di tutto per promuovere questo approccio favorendo tutto quello che fa male a un ambiente cittadino.

E la gente continua a scappare. I turisti, purtroppo no.

Per me è solo una constatazione per tutte le volte che attraverso questo splendore di città.

Ma non sono il solo, e non da adesso. Anni addietro mi capitò un articolo sulla desertificazione abitativa sostituita da affitta camera e alberghetti trappole per topi e turisti.

Oggi me ne capita un altro che riflette e approfondisce la fuga di chi Roma la abita, o meglio, la vorrebbe abitare e che invece è costretto a fuggire spremuto tra turisti arraffoni e arrivisti che non vedono oltre il loro pisello.

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Cinema Preneste

Una volta non c’era quartiere che non avesse il suo cinema. I film erano veramente a portata di popolo e una città come Roma ne aveva una lista pressoché infinita. Gli anni 70 sono stati per il cinema vicino alla gente, forse uno dei periodi più vivaci e importanti ma ormai il baratro era dietro l’angolo.

Il tempo passa inesorabilmente. Il cinema di quartiere ha visto erodere i suoi incassi a favore delle grandi catene insieme alla televisione che via via offriva prodotti sempre più al passo con i tempi.

Chi ha cercato di crescere creando multi sala, chi ha iniziato a trasmettere anche il porno, insomma, la strada ha preso una china che ha portato migliaia di sale alla chiusura.

Qui a Via Prenestina c’era il Cinema Preneste (per precisione a Via Giussano). Una sala nemmeno tanto piccola (al confronto delle sale di oggi prese singolarmente, era, credo, decisamente più grande; oggi tanti multisala ma con numeri per spazio molto inferiori). Un giorno ha tirato giù le serrande.

Chi diceva che avrebbe riaperto, chi diceva che ci sarebbe nato un supermercato, qualche info raccolta diceva di dissapori con la proprietà, insomma, uno spazio rimasto abbandonato fino al 2010 quanto un gruppo di precari lo ha occupato. Nel tempo si sono aggiunti artisti, musicisti. Insomma uno spazio abbandonato che ha ripreso vita.

Finale della storia nel 2015 quando il cinema venne definitivamente abbandonato e lasciato marcire. Gli ingressi su Via Giussano furono murati. Fuori si vedono ancora i disegni incollati, le opere di Streetart nate nel periodo dell’occupazione.

Ora, come tante situazioni simili, il cinema sta li ad ammuffire.

Nella mia visita poco prima di essere sgombrato avevo scattato foto della sala grande con il tetto che aveva in parte ceduto e l’area sottostante che stava marcendo. Il resto era tenuto su alla bene e meglio ma non che ci fossero da fare salti di gioia.